sabato, 21 giugno 2025

 

In Leone XIV ritorna Pietro!

di don Ivan Cavaliere
Cancelliere vescovile

“Un giovane leone è Giuda:
dalla preda, figlio mio, sei tornato;
si è sdraiato, si è accovacciato come un leone
e come una leonessa; chi oserà farlo alzare?” (Gn 49, 9)

nel primo libro della Sacra Scrittura l’autore loda uno dei figli di Giacobbe, rimarcandone l’agilità di chi va in ricerca e la possanza di chi custodisce un territorio. L’immagine del leone è l’emblema non solo della tribù giudaica, ma anche di Cristo il “nuovo leone di Giuda” (Ap 5, 5).

Robert Francis Prevost, statunitense, sessantanove anni, Cardinale Prefetto del Dicastero dei Vescovi, viene eletto 267° Successore di Pietro e assume il nome di Leone XIV.

Lo Spirito Santo non smette mai di meravigliarci! Ma soprattutto lo stesso Spirito non smette mai di ricordarci quanto riportato nell’Antico Testamento: “I miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie – oracolo del Signore” (Is 55, 8).

Nomi, pronostici, favoriti, progressisti, conservatori, più belli, più brutti… dimenticando che la Chiesa è fondata sulla roccia di Pietro, colui al quale il Maestro chiede: “Mi ami tu?” (Gv 21, 15). Credo che Papa Leone al ripetersi del suo cognome in Sistina abbia fatto riecheggiare quella domanda, martellante ma necessaria.

Così la Chiesa è salda nei successori del Principe degli Apostoli perché in ogni pontefice è Pietro stesso che ritorna! È sempre quella scena che si ripete, sulle sponde del lago di Tiberiade, tra la paura del pescatore di Galilea e la fiducia, mai tolta, di Cristo Risorto nei suoi confronti.

Poiché giornalisti (o giornalai!), politici, tuttologi, profetucoli del momento, e tanti altri millantatori di idee lontane dalla fede di Cristo, potranno dipingere Santa Madre Chiesa come vorranno; ma si fermeranno dinanzi all’obiettivo di una telecamera, alla punta della loro penna, alla poltrona del loro studio o alla chiusura del loro pensiero. Ritornerà sempre Pietro che, prima di giungere a Roma, ha imparato la fede dalla mamma e dal papà in casa sua. Ha imparato a conoscere la Chiesa di Cristo, mettendo a suo servizio l’intelligenza, il tempo, l’intera vita. È lo stesso Pietro che, prima di presiedere nella carità la Chiesa di Roma, fa esperienza nella Diocesi di Chiclayo ribadendo la verità che “in illo, uno unum” (nell’unico Cristo siamo uno) pronunciata da Sant’Agostino nel sermone “Esposizione sul Salmo 127”. È sempre Pietro che prima di prendere in mano le chiavi per legare e sciogliere, collabora con Papa Francesco nel servizio alle Diocesi di tutto il mondo per la scelta delle loro guide pastorali.

E mentre le telecamere vorranno inquadrare ciò che forse a noi non è nemmeno utile, il nostro cuore è chiamato ad inquadrare la verità della Chiesa di Cristo che, sospinta dalla grazia dello Spirito divino, sceglie ancora di navigare nella storia, di pescare nel mare incerto del mondo, di riempire quelle reti gettate sempre dalla parte opposta rispetto a come le getterebbe il mondo. È sempre Pietro, dall’8 maggio 2025, che ripete con i suoi gesti e la sua storia: “Sulla tua parola getterò le reti” (Lc 5, 4).

Leone XIV sia per tutta la chiesa come chi è posto a custode, sia chi la difenda da altri predatori, sia colui che faccia sentire la voce forte del Vangelo lì dove, come ieri sera, c’è bisogno di sentire a voce sostenuta: “La Pace sia con tutti voi!”.

L’Apostolo Vincenzo, nostro vescovo, e tutto il santo popolo di Dio della Diocesi di Oria sono pronti a remare nell’unica barca della Chiesa, verso l’unico orizzonte del Vangelo, in attesa dell’unico premio che sarà la vita eterna. Papa Leone, pax, vita et salus perpetua!