sabato, 27 luglio 2024

 

Prendere l’uomo e riportarlo dal Padre

Il messaggio del vescovo Vincenzo alla comunità diocesana di Oria per il santo Natale 2021

 

È Natale! Ricordiamo, celebrandola, la nascita del Redentore dell’uomo, Gesù Cristo. E non si può prescindere da quell’unico evento che ha cambiato veramente la storia dell’uomo. Dio, che aveva creato il mondo inserendolo nell’universo e affidandolo alle cure dell’uomo, Suo gioiello della creazione, entra nel mondo con la carne dell’uomo: “E il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1, 14), ci ricorda San Giovanni nel suo Vangelo. Dio, in Gesù Cristo, entra nelle pieghe della storia, si interessa in prima persona delle vicende umane, soprattutto della sua sorte finale, del suo essersi allontanato dalla fonte della felicità, che è Dio stesso. E solo Lui! Il Figlio di Dio si è fatto uomo per prendere l’uomo e riportarlo dal Padre perché Questi lo potesse riconoscere come figlio. Sublime mistero! Il pensiero di questa sollecitudine di Dio, di questa cura paterna verso l’uomo non può non suscitare innanzitutto ammirazione; e poi gratitudine e, infine, imitazione.

Ammirazione: chiediamoci quanto ammiriamo Dio per ciò che fa per noi. I nostri occhi come lo vedono? Come ci rivolgiamo a Lui? Cosa pensiamo di Dio? In questo Natale, cosa ammiriamo dell’opera di Dio per noi e in noi?

Gratitudine: quanto siamo grati a Dio? Come esprimiamo la nostra gratitudine verso il Padre e verso Gesù Cristo per la salvezza eterna che ci hanno ottenuto e ci hanno offerto? Sappiamo dire veramente “grazie”?

Imitazione: abbiamo mai provato ad imitare l’umiltà di Dio nel farsi carico delle nostre debolezze, delle nostre carenze, delle nostre povertà? Abbiamo la consapevolezza che la potenza di Dio si esprime nella debolezza della cura del peccatore, che è ciascuno di noi? Abbiamo il desiderio di curare le povertà, materiali, umane e spirituali dei nostri fratelli che, magari, non conosciamo?

Ecco, amatissimi Amici, questo è il vero Natale di Gesù Cristo, non quello delle pubblicità!

Voglio donarVi un’occasione di riflessione con le parole che San Francesco d’Assisi ha scritto per tutti gli uomini: “E sono sposi, fratelli e madri del Signore nostro Gesù Cristo. Siamo sposi, quando, per l’azione dello Spirito Santo, l’anima fedele si congiunge a Gesù Cristo. Siamo suoi fratelli quando facciamo la volontà del Padre suo che è in cielo. Siamo sue madri, quando lo portiamo nel cuore e nel nostro corpo attraverso l’amore e la pura sincera coscienza, e lo generiamo con le sue sante opere, che devono risplendere in esempio per gli altri. Oh, com’è glorioso e santo e grande avere nei cieli un Padre! Oh, com’è santo, consolante, bello e ammirabile avere un tale Sposo! Oh, com’è santo e com’è delizioso, piacevole, umile, pacifico, dolce e amabile e sopra ogni cosa desiderabile avere un tale Fratello e Figlio, che diede la sua vita per le sue pecore e pregò il Padre per noi, dicendo: “Padre santo, custodisci nel tuo nome quelli che mi hai dato…” (Dalla “Lettera ai fedeli”, X).

Auguri di pace.

✠ Vincenzo, Vescovo