Cara Amica Pellegrino,
Caro Amico Pellegrino,
la pace sia con te! E benvenuto in questo luogo che conserva la memoria dei Santi Medici, martiri e testimoni di carità.
Desidero accoglierti con una Parola veramente consolante che Gesù ci ha donato, una Parola che ti chiedo di meditare con calma e serenità per assaporarne il delizioso gusto e l’efficace sostegno per la tua vita:
“Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena” (Gv 15, 9-11).
Sia questo il luogo dove sperimenti, più che altrove, di essere amato da Dio e di desiderare dal profondo del tuo essere di rimanere in questo amore, nel quale possiamo trovare pienezza di vita e di gioia.
Come si sperimenta l’amore di Dio, di Gesù per noi? Nella vita naturale sappiamo di essere amati da qualcuno quando le sue parole e i suoi gesti ci riservano accoglienza, amicizia, comprensione, sostegno e anche fraterna correzione. Nella vita soprannaturale questa esperienza ci è riservata soprattutto in un Sacramento, cioè in un segno efficace della grazia di Dio: mi riferisco al Sacramento della Riconciliazione, nel quale il Signore, attraverso la mediazione del Sacerdote, ci accoglie con tutto il carico della nostra sofferenza legata al peccato commesso. E ci accoglie non per giudicarci o per rimproverarci, ma per mostrarci la sua amicizia, la sua comprensione per la nostra situazione, per darci il suo sostegno e, forse, anche per correggerci e farci ritrovare la via della gioia.
Il peccato che commettiamo, qualunque peccato, veniale o mortale, è come un sasso posto in una bisaccia che si trova sulle nostre spalle: all’inizio forse troviamo la forza di camminare con questo peso, ma il tempo e l’accumulo di altri peccati ci rendono il cammino pesante, sfiancante e foriero di grande delusione. Quanto vorremmo che, come d’incanto, quel peso enorme che sta sulla nostra coscienza svanisse, e noi potessimo essere liberati per camminare con più entusiasmo nella nostra vita quotidiana!
Caro Amico, per questo sei qui! Perché il tuo peso di coscienza ti venga tolto e tu sia libero di amare con più gratuità, come tu stesso sei amato. Hai camminato, come il figliol prodigo, guardando le tue ferite che il tuo orgoglio ha prodotto. Nel tuo peregrinare verso questo luogo, il Signore ti ha messo un desiderio nel cuore: essere accolto e abbracciato dal Padre. Ed ora questo desiderio è divenuto intrattenibile! Non aspetti altro! Non riesci a pensare ad altro! Anche la fatica del cammino è passata in secondo piano: desideri, con tutto te stesso, essere liberato per vivere da figlio libero.
Desidero dirti che il Signore ha preparato una festa per te: Il Signore non solo ti accoglie e ti abbraccia ma fa festa per te, perché sei tornato, perché vuoi vivere nel suo amore.
Ti starai chiedendo come fare per partecipare a questa festa in tuo onore. È molto semplice! Comincia con il ricordare queste tre parole: grazie, perdono e impegno.
Il luogo della festa è nel confessionale dove, sotto le apparenze di un Sacerdote, c’è Gesù che ti aspetta. Prima di entrare nel confessionale, pensa alla tua vita trascorsa dall’ultima confessione e fermati sulle situazioni e i doni che Dio ti ha fatto e per cui vuoi dire “grazie”. Se non sappiamo dire “grazie”, probabilmente, non siamo consapevoli di cosa Dio ci abbia donato e questo ci rende ingrati e incapaci di godere dei doni ricevuti.
Dopo il “grazie” fermati a guardare cosa nella tua vita non è stato conforme al Vangelo, guarda come hai risposto ai doni ricevuti, guarda, senza paura, al male che hai commesso, verso Dio, verso il prossimo e verso te stesso, e con piena fiducia chiedi “perdono”. Come è contento il Padre quando riconosciamo le nostre debolezze perché così Egli le può colmare. Chiedendo perdono, consegni il tuo peccato a Dio, il Solo che può distruggerlo e offrirti la pace del cuore.
E dopo il “perdono” cerca una situazione di peccato che più ti angoscia e prendi il tuo “impegno” per cercare di vincere, con la grazia dello Spirito Santo, questa tua debolezza.
Ora sei nel momento culminate della festa: il Padre di Gesù Cristo e Padre nostro ti abbraccia con tutto il suo amore e ti invita a sederti alla sua mensa per mangiare il Corpo del Figlio Gesù e fare festa: questo ti riempie di gioia! E adesso puoi offrire la tua carità! È il tuo dono per i doni che hai ricevuto.
Caro Amico Pellegrino, ti auguro di vivere appieno questa esperienza di liberazione e di gioia e, mentre ti assicuro il conforto della mia preghiera per te e della benedizione del Signore, che volentieri invoco su di te e sui tuoi cari, ti prego di estendere il mio saluto e la mia benedizione agli ammalati e agli anziani che sono in casa. Ti chiedo di pregare anche per me.
+ Vincenzo PISANELLO, Vescovo di Oria